La storia del riso integrale biologico e della terra in Lomellina è una storia che lega da sempre l’uomo all’acqua.
L’acqua era l’unica forza motrice disponibile, presente solo dalla Madonna di Settembre a quella di Marzo, stagione jemale, <con otto once milanesi> (circa 280 litri al secondo), che imprimeva il moto alla ruota del molino.
L’uso dell’acqua come forza motrice risale a secoli prima di Cristo, mentre l’impiego corrente della ruota per la macinatura dei cereali si diffonde solo nell’epoca medievale.
Con l’avvento degli ordini monastici nel tardo medioevo, i Comuni e le Signorie successive, vi fu una grande opera di risanamento: le paludi lomelline furono bonificate e vennero costruiti canali per ottenere il collegamento con i fiumi.
Le carestie e le epidemie del 1600 e 1700 causarono grave arretramento e notevole fu il regresso demografico tanto che Yang nel suo <Viaggio in Italia> descrive le zone Lomelline come <malsane, disabitate, poverissime>.
Solo dopo la metà del 1700 le opere di bonifica furono riprese e coronate dal successo con la costruzione del Canale Cavour (1863-1866).
OGNI RUOTA DI MULINO HA UNA VITA SUA, HA UNA STORIA IMPORTANTE DA NARRARE.
Fu Giuseppe «Pippo» Masinari il primo a prendere in gestione il mulino nel 1750
All’epoca era proprietà dei frati di San Rocco, che vivevano nel convento annesso alla chiesetta ancora esistente a pochi passi dalla riseria.
La riseria e il mulino vennero in seguito ceduti dai religiosi alla contessa Besostri.
Da sempre il quartiere del mulino di Mede, San Roc, con il drappo bianco e verde, deriva il suo nome dalla chiesetta consacrata al santo francese, protettore degli animali e dei pellegrini. Il suo passato, quando era uno dei mulini principali della Lomellina, gestito dalla famiglia Masinari.
Nel 1883 la sua discendente, rimasta vedova con sette figli in tenerissima età, dovette accettare una locazione per il molino (che restava attivo solo per 6 mesi l’anno) di 1.620 lire oltre a 12 sacchi di segale, 4 di grano ed uno di riso (integrale biologico).
Doveva inoltre tenere a proprie spese le sponde del cavo e spurgare la roggia (dal contratto di affitto dell’epoca: <occorrendo qualche riparazione ai muri del Molino, il conduttore dovrà somministrare le condotte dei materiali, calce, sabbia, sassi e qualunque cosa necessaria come pure le giornate di badile, non che quelle per getto d’acqua, e tutto ciò senza speranza di compenso>).
Giuseppe Masinari ha fedelmente ricostruito la storia genealogica della famiglia nel 1980
Nel 1980, il professor Giuseppe Masinari in qualità di autore per le edizioni “Noi pubblicisti”, ha fedelmente ricostruito la storia genealogica nel fitto intreccio storico della vita medese:
La […] famiglia era affittuaria di un piccolo molino a palmenti e disponeva di sole 8 once d’acqua (della Madonna di Settembre a quella di Marzo).
Nella prima metà dell’ottocento l’affitto non era irrisorio: ammontava a 74 marenghi più 8 sacchi d’appendizi, 4 di grano, 2 di segale e 2 di riso.
Ancora nel 1921 per 248 ettari si erano fissate 55.000 lire anticipate, inoltre il locatario doveva fornire gratuitamente <una comoda e decente vettura tirata da due cavalli senza vizi e guidati da abile cavalcante per servizio della stessa casa e suoi rappresentanti>.
La lavorazione del riso integrale biologico prosegue ininterrottamente all’interno del vecchio mulino sino al 2007, anno in cui la produzione si sposta a pochi chilometri di distanza, all’interno del nuovo stabilimento, in via Strada Semiana.
Contatti
Richiedi una proposta commerciale per la tua azienda
Via Strada Semiana - Cascina Borella Fraz. Goido - 27035 Mede - Pavia (Italia)
+39 0384 820599
Assistenza & Area Vendite
Richiedi informazioni sui nostri prodotti